Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Trento, 10 giugno 2019
Sommati rappresentano circa il 37% dei votanti, ma solo il 30% circa degli aventi diritto al voto. Nel merito del comunicato stampa di cui sopra, il Centro di Accoglienza dei richiedenti asilo politico, “Residenza Fersina” di Trento, secondo quanto stabilito dalla giunta provinciale, nei mesi scorsi è diventato l’unico centro di prima accoglienza in provincia. Gli ospiti della Residenza Fersina (156) sono state accorpati a quelli della Pronta Accoglienza (40 circa) e a quelli trasferiti dal Centro di Marco di Rovereto (100 circa). La Residenza Fersina ha dunque un numero di ospiti decisamente troppo elevato per garantire a loro e agli educatori condizioni di vita adeguate e dignitose. uesto sia per quanto riguarda la sicurezza e la salute degli utenti, messa a serio rischio da una concentrazione così elevata, sia a causa della riduzione degli operatori (2 operatori diurni per 150 ospiti e 1 notturno). Numeri decisamente sottodimensionati rispetto ai bisogni. Contrariamente a quanto affermato dalla consigliera Alessia Ambrosi, frutto di sue personali convinzioni e non di dati reali, l’accoglienza diffusa, caratterizzata da un numero basso di richiedenti asilo su tutto il territorio provinciale, rappresenta l’unica possibilità di integrazione nel tessuto sociale e lavorativo trentino. Risulta evidente a chiunque sappia leggere i fenomeni con occhio scevro da pregiudizi o giudizi sommari che questo modo di procedere presuppone il fallimento di un progetto di accoglienza esemplare come quello trentino, a cui molte regioni guardavano come modello da prendere ad esempio. Il Trentino del futuro, sulla base della sua tradizione di accoglienza, terra di migranti e di confine, non può che andare nella direzione di essere umano e accogliente nei confronti di persone che vengono da esperienze atroci e che approdano in Europa in cerca di pace dignità e lavoro. Ricordo alla consigliera Ambrosi e al suo partito che queste persone ora sono prive dei corsi di lingua necessari per la loro integrazione e risentono pesantemente dello smantellamento delle strutture provinciali di sostegno, anche in assenza della possibilità, alla Residenza Fersina, di svolgere attività, laboratori, apprendere la lingua, i diritti e i doveri sulla base della nostra Costituzione, in luoghi adeguati, con personale qualificato (ricordo i 140 operatori italiani licenziati). Grazie alla e politica leghista, miope e inadeguata, la tanto declamata sicurezza dei Trentini, in queste condizioni, genererà solo insicurezza, marginalizzazione e disumanità. Ma forse questo è l’obiettivo ultimo dell’attuale Giunta: creare ad arte disagio, insofferenza, insicurezza, impossibilità di svolgere attività lavorative e culturali. Tutto ciò per creare un clima di intolleranza che giustifichi le politiche contrarie alla integrazione e all’accoglienza. Sarebbe interessante invece ascoltare i territori e le rispettive amministrazioni nei quali i migranti sono stati accolti diventando parte integrante di quelle realtà.
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LUCIA COPPOLA |
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